BES – Incontro con la Dott.ssa C. Mosa
Il giorno 6 dicembre, alle ore 17.00, l’Istituto Comprensivo di Viale Libertà di Vigevano ha offerto un momento per la condivisione di buone pratiche relative ai Bisogni Educativi Speciali. La relatrice dell’incontro, la dottoressa Caterina Mosa dell’U.S.T. di Pavia, è stata ospite presso l’aula magna Maniscalco della scuola primaria “Edmondo De Amicis”, proponendo un interessante confronto sulle buone prassi da attuare nella nostra realtà scolastica. Vista la grande partecipazione da parte dei docenti e l’enorme interesse suscitato nei presenti, il dirigente scolastico, Giovanna Montagna, non esclude la possibilità di poter offrire altre occasioni simili, aperte a tutte le figure operanti nel mondo della scuola. Il concetto di BES, Bisogni Educativi Speciali, ha vissuto negli ultimi vent’anni una notevole evoluzione; attualmente non include semplicemente una serie di diagnosi cliniche, ma è considerato “una possibilità aperta, dinamica e transitoria che comprende tutte le situazioni di funzionamento problematico per la persona che, a causa di difficoltà diverse, è ostacolata nell’ottenere risposte soddisfacenti si propri bisogni” (Ianes, 2005). Per comprendere la situazione di un Bisogno Educativo Speciale non servono quindi diagnosi cliniche, ma osservazioni e valutazioni delle reali interazioni tra i fattori che concorrono al benessere Bio-psico-sociale della persona secondo il modello ICF dell’OMS. Il concetto di Bes non è quindi clinico, ma fa riferimento ad un contesto psicopedagogico: è infatti compito sia della scuola che dai sistemi di welfare, riconoscere situazioni difficoltose di funzionamento che necessitano di interventi straordinari, “speciali”, di individuazione e personalizzazione. Nella scuola l’integrazione degli alunni con disabilità è da tempo un dato di fatto, mentre l’inclusione appare ancora un traguardo lontano. Con il concetto d’inclusione s’intende una garanzia diffusa e stabile di poter partecipare alla vita scolastica e di raggiungere il massimo possibile in termini di apprendimento e partecipazione. Dunque non è un concetto da riferirsi solo ad alunni con qualche difficoltà e per raggiungere la piena inclusione sarebbe necessario riconoscere e rispondere efficacemente ai diritti di individuazione di tutti gli alunni che hanno una qualche difficoltà di funzionamento. L’incontro del 6 dicembre si è posto l’obiettivo di chiarire agli insegnanti della scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di I grado quali sono i Bisogni Educativi Speciali e come poterli individuare al fine di garantire a tutti gli studenti un’ attenzione educativo – didattica sufficientemente individualizzata ed efficace. Infatti, pur essendo i BES una macrocategoria che va a comprendere dentro sé tutte le possibili difficoltà fisiche, sensoriali, educative, sociali e scolastiche degli alunni, ciò che li accomuna è un tipo di funzionamento problematico che rende difficile trovare un’adeguata risposta ai loro bisogni. Per questo, durante l’incontro, si è cercato di fornire suggerimenti per quanto riguarda la scelta di materiali didattici, le modalità più idonee di insegnamento, il prezioso coinvolgimento dei compagni (cooperazione strutturata), l’uso inclusivo di strumenti informatici, al fine di rendere i “B sogni” sogni di serie “A”.